IVAN TERRANOVA



Fabula

Fabula
a cura di Gianluca Collica
Fondazione Brodbeck, Catania

Dal 21.01.23 al 25.02.23

Il dibattito pubblico riguardo le problematiche ambientali, da anni concentrato sulla lotta alla crisi climatica ed energetica, sembra affrontare di rado l’emergenza sistemica che stiamo affrontando. Uno sconvolgimento del vivente e degli ecosistemi, che mette in pericolo le dinamiche ecologiche, il potenziale evolutivo, la nostra sussistenza e quella delle generazioni future.
Ma è anche una crisi delle nostre relazioni con gli altri esseri viventi.
Fabula è un viaggio lungo un anno attraverso i luoghi un tempo abitati dal lupo siciliano (Canis lupus cristaldii), il cui ultimo esemplare è stato abbattuto circa cento anni fa. 
Una scomparsa determinante tanto per gli equilibri ecosistemici quanto per la perdita di un patrimonio storico/culturale legato per secoli a ciò che è stato considerato il simbolo di un mondo selvaggio, dotato di forza, astuzia e malvagità.
Immagini meccaniche riprese da foto-trappole (strumenti utilizzati da biologi e cacciatori), posizionate dall’artista con cura dopo lunghi tracciamenti, mostrano un mondo “altro”: ciò che rimane di quella selva da sempre oggetto di paura, circoscrizione e cancellazione.
Rappresentazioni “acheropite” ci mostrano una dimensione notturna non ancora interamente domata. Quegli stessi territori che diventano estensioni domenicali dei giardini cittadini e “habitat” per i nostri svaghi, si animano di nuova sorprendente attività.
Come scrive il filosofo francese Baptiste Morizot: 
“Bisogna sperare che un diplomatico andato a inforestarsi presso gli altri esseri viventi ritorni trasformato, tranquillamente inselvatichito, lontano dalla ferocia fantasmatica attribuita agli Altri. Che colui che si lascia inforestare dagli altri esseri viventi ritorni leggermente modificato dal suo viaggio da licantropo: un mezzosangue, a cavallo tra due mondi. Né svilito né purificato, semplicemente altro e un minimo capace di viaggiare tra i mondi, e di farli comunicare, per lavorare alla realizzazione di un mondo comune”.
La video-installazione di Ivan Terranova ci proietta in una geografia inesplorata, facendoci compiere l’esperienza di un tempo ancestrale.
Un tempo in cui condividevano gli stessi bisogni e spazi con le altre forme del vivente.
Il tempo in cui uomini e animali, selvatico e domestico, non erano ancora distinguibili in modo così evidente.




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